Spangled, l’omaggio ai Fab Four

In una recente intervista concessa al Seattle Times, Billy Corgan (portavoce e portabandiera degli Smashing Pumpkins) ha illustrato uno dei motivi alla base della scelta che sta portando la band a distribuire gratuitamente, e periodicamente, le singole canzoni che fanno/faranno parte del ciclopico “Teargarden by Kaleidyscope”. Ovvero: la pressione, l’urgenza di farcela, di essere sempre “nel momento”, la capacità di proporre ogni mese (o giù di lì) una canzone che abbia senso da sola, tanto quanto nell’insieme di quelli che saranno 44 pezzi.

Cito dall’intervista originale:

“I love being back in the moment of pressure. See, when I was a kid, the pressure was, “Can you deliver the rock anthem? Can you deliver the song that’s gonna get played on MTV?” Well, all those pressures are gone, so where are you gonna find that level of pressure? I’ve had to create my own”

Oggi, a oltre due mesi di distanza dalla precedente “Freak“, è la volta di “Spangled”, già ampiamente provata nel tour che sta toccando più o meno i quattro angoli del globo (fuori dal giro rimane, per ora, la sola Europa). E “Spangled”, nel discorso sopra riportato, come ci si infila? Ha davvero senso da sola? La storia discografica degli Smashing Pumpkins è una storia fatta di album e di singoli, nel senso più pieno dei due termini. Una storia di album spesso concettuali (se non concettosi), e, anche, di singoli d’esplosivo successo. Negli album, però, erano innumerevoli i momenti di passaggio, di sperimentazione, di raccordo: erano innumerevoli, insomma, i “non-singoli”. Grazie al cielo.

“Spangled” ha tutto per essere un ottimo pezzo da radio, è essenzialmente solo l’ennesimo tributo che Corgan rivolge ai Beatles, questo probabilmente rimane tra i più smaccati (ed è un complimento), ma comunque siamo lì… Però ha anche quella delicatezza e quella minuscoleria che lo rende interlocutorio. Ovvero sta già benone nell’ordine delle sei canzoni a oggi disponibili, ma presa da sola perde un po’ del suo senso. Dopo “Freak” ci casca a pennello, abbandonata solitaria in mezzo a una strada… difficile dire come possa andare a finire.

I due minuti e mezzo di “Spangled”, comunque, richiamano alla mente tanto i momenti da b-side ed extra track di “Zeitgeist” (2007), quando il disco solista di Corgan. Così come non è difficile immaginare che se una “Lily” o simile fosse stata concepita oggi, non sarebbe cascata molto lontano da dove siede “Spangled”. Se volete sentirla e scaricarla, cliccate qui. Se vi interessano gli altri cinque episodi di “Teargardne by Kaleidyscope”, indirizzatevi qui.

Clicca qui per scaricare Spangled.

Testo:

How I love you
Isn’t fair
God must want me
Next to you there
And if I show up
To disappear
Will you find me
Half as near?

Tangled in your body
Spangled by the night time stars

Of all the lovers
To be a friend
I’ll come back when
You know me

And it’s a sad state
Of happiness
If I confess
To my loneliness

Tangled in your body
Spangled by the night time stars
Tangled in your body
Spangled by the night time stars

How I’ve loved you so
It’s how I’ve loved you so

Butterflies don’t fly
Broken hearts don’t cry no no
How I’ve loved your body, baby
How I’ve loved your sapphires and rubies
Butterflies don’t make it in movies

How I’ve loved you so
God I love you so
God I love you so


3 commenti on “Spangled, l’omaggio ai Fab Four”

  1. Ruby's Eye ha detto:

    Questa proprio non la digerisco. C’è poco da fare.

  2. zzavettoni ha detto:

    Per me è ormai nettamente la migliore delle sei assieme a Song for a Son.

  3. […] Biografia e Discografia Spangled, l’omaggio ai Fab Four […]


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